Questo episodio prende le mosse da una domanda: è vero che strofinare una foglia fresca di salvia sulla superficie dei denti li rende più bianchi e splendenti?
Questa asserzione nasce probabilmente dall’esperienza comune. Se prendiamo una foglia di salvia e la sfreghiamo sui denti dell’arcata superiore destra, passando poi la lingua su tutta l’arcata sentiremo una chiara differenza tra parte pulita e quella non pulita. Sui denti su cui abbiamo passato la salvia non c’è più traccia di quella “patina” o biofilm che si chiama placca batterica. Pertanto, la salvia, unita allo spazzolino e ad altri strumenti per l’igiene orale, può essere d’aiuto per pulire la superficie dei denti.
Lo strofinamento dei denti è un’azione meccanica che consente l’asportazione della placca batterica dalla superficie dei denti. Lo strumento migliore per “strofinare” i denti è senza dubbio lo spazzolino. Le foglie di salvia hanno una superficie ruvida che esercita un’azione leggermente abrasiva sullo smalto dei denti allontanando la placca batterica che si deposita sui denti.
La salvia, in botanica chiamata Salvia Officinalis, contiene principi attivi con proprietà differenti e fin dall’antichità è stata usata per rendere bianchi e luccicanti i denti. Nelle foglie della salvia troviamo una componente fissa (flavonoidi, fenoli, acidi ossitriterpenici, tannini) e una volatile (eucaliptolo, limonene, alfa e beta-pinene). Questi principi attivi sono responsabili dell’azione sbiancante, rinfrescante e deodorante, antisettica ed emostatica, d’aiuto nel trattamento delle patologie del cavo orale. Inoltre, la salvia ha un’azione balsamica, digestiva, antisudorifera, tonica, ipoglicemizzante, espettorante, antisettica, antiinfiammatoria ed emmenagogo.
L’olio volatile di salvia contiene i costituenti alfa e beta: tujone, canfora e cineolo. Contiene inoltre acido rosmarinico, tannini e flavonoidi. Nella moderna erboristeria europea, un gargarismo di tè alla salvia è comunemente raccomandato per trattare il mal di gola, le infiammazioni alla bocca e le gengiviti. L’olio di salvia ha un’attività antibatterica, antimicotica e antivirale che può parzialmente spiegare l’efficacia della salvia in presenza di infezioni al cavo orale.
Le più comuni infezioni della bocca sostenute da batteri sono la carie, la gengivite e la malattia parodontale o parodontite. La terapia d’elezione di queste patologie è lo spazzolamento accurato dei denti e l’igiene orale professionale periodica di competenza dall’igienista. La salvia può essere d’aiuto (attenzione, solo un aiuto, non sostituisce lo spazzolino!). La salvia è presente anche in molti dentifrici (e di nuovo attenzione: il principio attivo più importante in un dentifricio è il fluoro). Di seguito, eccovi alcuni consigli su come preparare una tisana o un collutorio a base di salvia.
Si possono aggiungere 3 g della foglia tritata a 150 ml di acqua bollente e filtrare dopo 10 minuti. Questa soluzione può venire utilizzata come collutorio o gargarismi anche più volte al giorno. In alternativa, si possono utilizzare 5 ml di estratto fluido diluito in un bicchiere d’acqua, più volte al giorno. Per uso sistemico, la stessa preparazione di tè sopra descritta può essere presa tre volte al giorno o come infuso versando una tazza di acqua bollente su 1-2 cucchiaini di foglie e lasciare in infusione per 10 minuti. Va bevuta tre volte al giorno. Come collutorio: mettete due cucchiaini di foglie in mezzo litro d’acqua, portate a ebollizione e lasciate riposare, coperto, per 15 minuti. Fate sciacqui o gargarismi con l’infuso per 5-10 minuti più volte al giorno.
Da non dimenticare che l’uso della salvia per via sistemica può avere effetti collaterali che sono minimi se usata come gargarismi o colluttorio. Piccole quantità di salvia per lunghi periodi di tempo possono causare un aumento della frequenza cardiaca e confusione mentale. Quantità molto elevate possono portare a convulsioni. È probabile che gli estratti di salvia fatti a base di alcol contengano più tujone rispetto a quelli fatti con l’acqua. L’olio di salvia non dovrebbe mai essere consumato senza essere stato prima diluito in acqua. La salvia non deve essere utilizzata per via sistemica durante la gravidanza, e deve essere evitata in presenza di febbre.
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