Herpes, l’ospite indesiderato difficile da curare

Di solito compare come una bolla. Una piccola, innocua bolla. Parliamo di Herpes. O, se preferite, di febbre del labbro, “febbre sorda”, di “Herpes Labiale”: modi diversi per indicare la stessa cosa, cioè la manifestazione clinica dell’infezione causata dal virus Herpes Simplex tipo 1.

Si tratta un virus della famiglia degli Herpes virus umani, che peraltro sono tra i virus più diffusi al mondo. E infatti, per quanto riguarda l’herpes labiale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ci informa che nel pianeta ne soffrono 3 miliardi e 700 milioni di persone che abbiano meno di 50 anni d’età. Nello specifico, si stima che quasi il 90% della popolazione mondiale a 35 anni sia positiva all’ HSV-1 e che circa la metà di questi individui soffra delle manifestazioni secondarie o ricorrenti definite “febbre del labbro” o Herpes labiale. La patologia è equamente distribuita tra maschi e femmine, senza distinzioni etniche, geografiche o stagionali.

La famiglia degli Herpes virus è davvero numerosa. Elencarli tutti ci porterebbe via un bel po’ di tempo: fermiamoci quindi a constatare che con Herpes Simplex Virus tipo 1 (HSV-1), insomma la febbre del labbro,  ci sono – giusto per citare un paio di “parenti – il Virus della Varicella Zoster, o il Citomegalovirus. Sono tutti virus a DNA, estremamente diffusi caratterizzati da un lungo periodo di latenza dopo l‘infezione primaria. Cosa vuol dire? Che passa molto tempo (anche anni) da quando il virus entra nell’organismo a quando si manifesta clinicamente. Sono poi ricorrenti, cioè si manifestano più volte nel corso della vita, soprattutto quando si verifica un abbassamento delle difese immunitarie.

Ma torniamo al virus responsabile della febbre del labbro, e cioè HSV-1. Questo virus entra nel nostro organismo di solito durante l’infanzia, e nessuno o quasi se ne accorge perché non compaiono sintomi. Come abbiamo detto, infatti, spesso trascorrono molti anni dal momento dell’infezione alla comparsa della prima bolla sul labbro. Parlando di prima infezione, va detto che per pochi individui l’ingresso del virus nell’organismo si manifesta con quella che viene “gengivostomatite erpetica primaria”, comunque tipica nei bambini al di sotto dei 5 anni e molto meno per adolescenti e adulti. Si tratta di una manifestazione che esordisce con febbre seguita sia da infiammazione della mucosa che riveste la bocca e le zone di cute attorno alla bocca stessa, sia dalla rapida eruzione di lesioni ulcerose molto dolorose su gengive, palato, mucose orali, al palato, labbra. Queste ulcere possono arrivare anche a 2-5 mm di diametro e guariscono spontaneamente in 2 o 3 settimane. Di solito a questo stato si accompagnano mancanza di appetito, irritabilità e aumento delle dimensioni dei linfonodi.

Poi ci sono le infezioni ricorrenti. In seguito alla prima infezione il virus rimane latente nei gangli dei nervi sensitivi, principalmente nel trigemino. Questo significa una cosa molto semplice: HSV-1 è presente nell’organismo ma non dà alcun segno di sé. Insomma, è nascosto. Per farlo uscire dalla tana è necessario un abbassamento delle difese immunitarie sotto stimoli interni o esterni (molto gravi: pensiamo all’AIDS, all’esposizione a radioterapia), o meno gravi e più comuni come lo stress, il ciclo mestruale, una semplice febbre, l’esposizione prolungata al sole. Insomma, tutti fattori che possono causare la riattivazione del virus, che migra verso la cute o la mucosa intorno alla bocca e dà vita alla alla manifestazione clinica dell’infezione erpetica secondaria o ricorrente (Herpes Labiale). Le vescicole possono colpire il labbro, o anche la cute tra labbro e naso; meno frequentemente altre zone del viso.

I primi sintomi di questo stato bruciore, formicolio, prurito, trazione o gonfiore laddove comparirà la lesione. Quindi appaiono le vescicole che poi, rompendosi, diventano ulcere. In tre quattro giorni, poi compaiono le croste. Queste lesioni sembrano poca cosa ma, come ben sa chi ne soffre, condizionano pesantemente la qualità della vita. Quanto alla ricorrenza, è molto varia: va da un episodio al mese per alcuni pazienti a un episodio all’anno per altri. Non c’è una regola, tutto dipende dalla condizione del sistema immunitario.

Altra cosa importante da dire: la febbre del labbro è una malattia contagiosa, per contatto diretto o anche attraverso la saliva. Quindi è meglio non baciare la fidanzata o il fidanzato. Invece, sviluppare una ricorrenza di Herpes labiale durante la gravidanza non comporta alcun problema per il feto: quest’ultimo potrebbe contrarre l’infezione al momento della nascita da una madre affetta da HSV genitale. E infatti, tra gli esami che si eseguono quando si è incinte sono previsti anche quelli per identificare proprio la presenza di HSV a livello genitale, poiché l’infezione nel neonato può portare gravi conseguenze per la sua salute.

Veniamo quindi ai rimedi: come si guarisce dalla febbre del labbro? Prima di tutto, va detto che una volta contratta l’infezione, il virus rimane nell’organismo per tutta la vita: quindi non esiste una terapia capace di eliminarlo. Le lesioni guariscono spontaneamente. I prodotti in commercio accorciano parzialmente il tempo di guarigione delle lesioni, ma non hanno alcun effetto sulla frequenza delle ricorrenze.

Esistono formulazioni topiche, cioè creme, che però vanno applicate spesso perché non vengono assorbite come si deve. Poi ci sono compresse e fiale, che presentano tossicità renale e favoriscono la comparsa di resistenze. I principi attivi sono acyclovir e i suoi correlati. Per quanto riguarda l’infezione primaria, è indicata l’assunzione di acyclovir in compresse entro le prime 96 ore dalla comparsa dei sintomi. Per le infezioni ricorrenti è invece indicato l’uso di creme da utilizzare possibilmente a partire da prima della comparsa delle lesioni. Se usate per tempo, infatti, riducono la durata e l’intensità del quadro clinico.

In sintesi, l’unica terapia sono i farmaci antivirali che agiscono principalmente riducendo la velocità della replicazione virale. Tutti gli altri prodotti o i rimedi naturali come l’aloe, possono avere effetti lenitivi sulle lesioni e possono essere d’aiuto nell’alleviare i sintomi, ma non oltre.

In chiusura, una considerazione sui vaccini. Si stanno studiando, con l’obiettivo di ridurre la gravità dei sintomi, accelerare la guarigione delle lesioni e ridurre la diffusione del virus e l’infettività per altri individui. La vaccinazione sarebbe particolarmente utile nelle donne per ridurre la trasmissione ai neonati durante il parto e, per tutti, a fine di ridurre le malattie oculari ricorrenti e la trasmissione ai partner sessuali.

Un esempio di vaccino contro il virus dell’herpes è quello che si fa contro la varicella zoster, che ha dimostrato di ridurre la diffusione e la gravità della malattia nei bambini. Tuttavia, nonostante molti tentativi, ad oggi non esistono vaccini per HSV-1. Quelli studiati fino ad ora hanno sortito effetti negli animali, ma i risultati negli studi sull’uomo sono stati deludenti, e lo sviluppo del vaccino è stato interrotto.

Articoli correlati

 

 

START TYPING AND PRESS ENTER TO SEARCH