Nel precedente episodio abbiamo parlato di prevenzione, ricordando un vecchio spot pubblicitario degli anni 80 e che diceva: “Prevenire è meglio che curare”. Da allora quell’invito di puro buon senso è diventato una frase utilizzatissima in tutte le occasioni in cui si parla di salute, a conferma di quanto sia solida la sua importanza. Ora è quindi il momento di scendere nel dettaglio di due problemi quali la carie e la malattia parodontale, alle quali abbiamo accennato sempre nel precedente episodio. Anzitutto, quante e quali sono le loro cause? Ne elenchiamo tre: i batteri, lo zucchero e l’ospite.
Partiamo dai primi. La placca batterica è un biofilm formato da centinaia di specie batteriche diverse che si deposita senza sosta sulla superficie dei denti. Quando diciamo senza sosta, dobbiamo intenderla – come si dice oggi – H24, cioè davvero di continuo. E c’è un solo strumento in grado di rimuovere la placca: lo spazzolino da denti, che esercita un’azione meccanica di disgregazione del biofilm. Bisogna usarlo almeno due volte al giorno e ogni dodici ore, perché i batteri cominciano a danneggiare la superficie dei denti dopo, appunto, almeno dodici ore da quando la placca inizia a formarsi. Lo spazzolino deve agire coprendo tutta la superficie dentale. Quindi non deve limitarsi alle zone frontali ma deve passare anche dietro e, riguardo ai molari, sopra. Le setole rotanti dello spazzolino elettrico sono più efficaci di quelle del manuale, e quindi tra i due è meglio scegliere il primo. Inoltre tutto questo richiede tempo: almeno 2 minuti di azione su ogni arcata. Dotatevi di un timer, vi può aiutare.
Seconda causa, lo zucchero. I batteri lo utilizzano per vivere e moltiplicarsi. E infatti da anni è stato dimostrato che consumare, a brevi intervalli di tempo, cibi o bevande zuccherate determina carie e gengivite. Infatti i batteri utilizzano gli zuccheri per produrre metaboliti acidi, responsabili della demineralizzazione dello smalto del dente. Questo processo di riduzione dei minerali può essere reversibile o irreversibile. Nel primo caso il merito è della saliva, che tampona l’acidità creata dai batteri favorendo così la remineralizzazione dello smalto e quindi evitando la formazione della carie. Se però si consumano cibi e bevande ogni giorno e a brevi intervalli di tempo, la saliva non riesce a tamponare l’acidità e il dente rimarrà esposto a un processo irreversibile che porterà alla demineralizzazione dello smalto e quindi alla formazione di carie. Gli zuccheri – che poi vuol dire succhi di frutta industriali, snack, caramelle, merendine, bibite – insieme ai batteri della placca sono anche causa di gengivite, cioè l’infiammazione delle gengive. Infatti anche in questo caso i batteri utilizzano gli zuccheri per vivere e riprodursi.
La questione non è di poco conto, se si pensa che lo stesso Ministero della Salute ha elaborato linee guida che affermano quanto segue: “l’assunzione di bevande e cibi contenenti carboidrati semplici è sconsigliata fuori dai pasti principali; in particolare, l’uso del succhiotto edulcorato e l’uso non nutrizionale del biberon contenente bevande zuccherine devono essere fortemente sconsigliati”. In parole più semplici: cibi e bevande contenenti zuccheri devono essere consumati il meno possibile. Anche perché, in particolare nei bambini, il consumo elevato e frequente di zuccheri rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di malattie cardiache e di diabete in età adulta.
Terza causa di carie e malattia paradontale: l’ospite. Che poi siamo noi stessi, con la nostra predisposizione individuale allo sviluppo di carie e malattia parodontale (data ad esempio dalla tipologia dei batteri presenti nella bocca di ciascuno di noi e dalle caratteristiche dei denti). E però questa non può essere una scusa, perché è comunque appurato che una dieta a basso contenuto di zuccheri e un’accurata igiene orale quotidiana riducono al minimo l’impatto della predisposizione individuale. Un alleato, in questa battaglia, è il dentifricio al fluoro, strumento fondamentale per aumentare la “resistenza” dei denti all’aggressione dell’acidità della placca. Quindi spazzolino e dentifricio al fluoro sono indispensabili. Nelle persone ad alto rischio di carie o che versino in condizioni di salute particolari, è d’aiuto anche l’utilizzo di collutori ad alto contenuto di fluoro.
Questi strumenti sono le nostre armi per difenderci da carie e malattia parodontale. E in generale, per difenderci dalla malattia e dalla perdita dei denti. Certo, in questo non siamo da soli, ma possiamo contare sull’aiuto di due figure professionali specializzate: l’odontoiatra e l’igienista. L’odontoiatra visita il paziente a periodi stabiliti per intercettare precocemente carie e segni di malattia parodontale, oltre alle altre malattie della bocca. Pertanto, la visita odontoiatrica è molto importante nel mantenimento di una bocca in salute e può essere effettuata non solo in studio ma anche, come sa chi frequenta il sito Federicademarosi.com, in teleodontoiatria.
L’igienista invece lavora in studio, e interviene sul paziente con una periodicità personalizzata, cioè diversa per ogni individuo. Queste due figure professionali sono di grande aiuto nel dare le informazioni necessarie su come mantenere i denti puliti e sugli stili di vita più corretti da adottare. Ma un concetto merita di essere chiarito: la maggior parte del lavoro di prevenzione lo fa il singolo individuo a casa propria. E gli conviene, perché così non solo non si ammala ma risparmia tempo e denaro evitando frequenti visite dal dentista.
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