Le mascherine per allineare i denti sono efficaci?
Ecco, no. Non le mascherine che puoi immaginare, quelle che ormai da un anno sono purtroppo le inseparabili compagne delle nostre giornate. Parliamo invece delle mascherine trasparenti che servono per allineare i denti, e che per questo chiameremo d’ora in poi allineatori. Si tratta di uno strumento che negli ultimi anni ha avuto una diffusione enorme, e sul quale tuttavia ancora oggi si discute, interrogandosi sulla sua reale efficacia e sul suo impiego come alternativa ai trattamenti ortodontici tradizionali. E così, rivedendo la letteratura scientifica più recente sul tema, vogliamo dare alcune indicazioni sull’utilizzo degli allineatori per migliorare il sorriso.
La prima cosa da dire su questo strumento è che non è certo una novità degli ultimi tempi. Già negli anni ’40 del Novecento, negli Stati Uniti, Harold Kesling introduce dispositivi ortodontici trasparenti per allineare i denti, ma complice lo scetticismo generale e l’assenza di una pubblicità fatta come si deve, il suo strumento non ha successo. Anche altri ci riprovano in seguito ma con ben pochi esiti, fino a quando nel 1997, due studenti della Stanford University, Zia Chishti e Kelsey Wirth, insieme a un esperto di informatica fondano a Palo Alto (praticamente di fronte a Stanford, in California) la Align Technology. Ottengono l’approvazione da parte della Food and Drug Administration, e presentano la loro tecnologi all’American Congress of Orthodontists nel 1999. Il sistema viene ovviamente brevettato con il nome di Invisalign, scritto Invisalign. Due anni dopo arriva in Europa.
L’obiettivo del sistema è inizialmente quello di risolvere i casi di affollamento basso e moderato e di chiudere piccoli spazi tra i denti. E però su di esso la ricerca e lo sviluppo sono continue e constanti e permetto il trattamento di malocclusioni più complesse. Attualmente Invisalign tra gli allineatori è uno dei sistemi più utilizzati tra gli allineatori. Lo sviluppo di nuovi materiali dentari e della tecnologia 3D applicata ai movimenti dei denti, li ha resi sempre più popolari tra i pazienti.
Questa è la storia, veniamo ora all’analisi dello strumento cercando di capirne vantaggi e svantaggi rispetto alle tecniche convenzionali.
Partiamo dai vantaggi, con due che appaiono immediati: miglior impatto estetico e comfort per il paziente. Ma il più importante dei plus degli allineatori è nella possibilità di mantenere migliori livelli di igiene orale. Basti pensare che si possono rimuovere quando si mangia o quando, appunto, ci si lava i denti.
Quanto agli svantaggi, ci sono sicuramente il costo ancora oggi elevato e l’impossibilità di utilizzarli per alcuni tipi di malocclusioni.
Potrremmo fermarci qui, ma trascureremmo un aspetto importante della vicenda, e cioè la presenza di pochi studi clinici sull’efficacia della terapia effettuata con gli allineatori. Questo spinge molti odontoiatri a essere incerti sul loro utilizzo. La maggior parte dei lavori pubblicati sono “case report” o “case series”, oppure la descrizione di singoli approcci terapeutici. Sono invece – e lo ripetiamo – pochi gli studi alta valenza scientifica, condotti con seri criteri metodologici e su larga scala. Di fatto, il medico che scelga la terapia con gli allineatori conta sulla propria esperienza, sulle opinioni degli esperti ma si misura con una scarsa evidenza scientifica.
Ora scendiamo un po’ nel dettaglio riportando i risultati di alcune revisioni sistematiche e metanalisi che hanno confrontato l’ortodonzia tradizionale con gli allineatori. Una prima revisione si è concentrata su: durata del trattamento, numero di sedute e tempo impiegato in ogni seduta dal dentista; sull’efficienza del sistema calcolata sugli indici dell’occlusione; sulla stabilità a lungo termine (cioè sulla comparsa di eventuali recidive).
Sul primo punto è emerso che la durata del trattamento è maggiore con l’apparecchio tradizionale rispetto agli allineatori ma solo in casi non complessi. In ogni caso, trattamenti tradizionali richiedono molte più visite di controllo, o in urgenza e comunque molto più tempo dal dentista.
Sul secondo punto, l’efficienza del sistema, esistono pochi studi che abbiano effettuato un confronto. Uno studio controllato ha utilizzato come sistema di misura alla fine del trattamento l’Objective Grading System (OGS) dell’American Board of Orthodontic). Bene: i risultati hanno evidenziato 13 punti OGS in meno per gli allineatori rispetto all’ortodonzia tradizionale.
Infine, il terzo punto, cioè la stabilità a lungo temine. Anche qui gli studi sono pochi. In generale, sembrano maggiori le recidive con l’impiego degli allineatori rispetto all’ortodonzia tradizionale.
Un’altra recente revisione sistematica ha ha confrontato i due sistemi nello specifico del controllo dei movimenti dentali. Non entriamo nel dettaglio scientifico: a noi interessa sapere che questo studio raccomanda gli allineatori solo per le malocclusioni semplici, rscontrando na lodro minor efficacia nell’ottenere miglioramenti nei casi complessi. Al termine del trattamento, chi ha utilizzato l’allineatore va più spesso incontro a recidiva di chi invece è ricorso all’ortodonzia fissa tradizionale.
In conclusione, possiamo possiamo dire che gli allineatori hanno una loro efficacia, ma la cosa più importante è rilevare la scarsa l’evidenza scientifica su quale dei due metodi – l’altro è l’ortodonzia fissa tradizionale – sia il più efficace. Sono necessari ulteriori studi per saperne di più.
E quindi, sapendo di non saperne abbastanza (cosa che sarebbe piaciuta al filosofo greco Socrate) si chiude questo episodio di Addenta la Salute, il podcast realizzato con la dottoressa Federica Demarosi che ti informa sui rimedi più popolari e smonta i falsi miti sull’igiene della tua bocca. Appuntamento al prossimo. Ciao!
Zheng M, Liu R, Ni Z, Yu Z. Efficiency, effectiveness and treatment stability of clear aligners: A systematic review and meta-analysis. Orthod Craniofac Res. 2017, 20(3):127-133.
Ke Y, Zhu Y, Zhu M. A comparison of treatment effectiveness between clear aligner and fixed appliance therapies. BMC Oral Health. 2019, 23;19(1):24.
Galan-Lopeza L, Barcia-Gonzalezd J, Plasencia EA systematic review of the accuracy and efficiency of dental movements with Invisalign
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